Il Cenacolo Artistico Forlivese

Il Cenacolo Artistico Forlivese

Premessa

Il sodalizio artistico chiamato “Cenacolo Artistico Forlivese” ha rappresentato un risveglio nell’arte plastica e pittorica della Forlì di primo Novecento e un’esperienza importante all’interno di un panorama culturale di più ampio respiro, con diretti collegamenti con i centri artistici di Firenze, Bologna, Venezia e Roma.

Il Cenacolo è attivo dal 1920 al 1928, trovando sede in uno dei padiglioni della Barriera Cotogni. A unire e guidare la brigata di artisti è il pittore Giovanni Marchini, allievo di Giovanni Fattori, che col suo aspetto “scapigliato” e col suo forte temperamento rappresentava uno dei personaggi più conosciuti della Forlì del tempo.

Alla base di questo sodalizio, vi sono conoscenze e amicizie nate nelle Accademie d’Arte e nelle Scuole di Disegno, tra le trincee della Prima Guerra Mondiale o nei paesi esteri raggiunti come immigrati. Il Cenacolo riunisce, accanto ad alcuni personaggi più maturi come Pietro Angelini, Renato Baldani, Bernardino Boifava e Pio Rossi, essenzialmente dei giovanissimi artisti poco più che ventenni come Leonida Brunetti, Maceo Casadei, Luigi Galotti, Giovanni Battista Muratori e un nutrito gruppo di ex studenti dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna, tra cui Augusto Antonio Dirani, Francesco Olivucci, Carlo Stanghellini e Umberto Zimelli.

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Introduzione al percorso espositivo e breve guida alle opere

In foto: Giovanni Marchini, (Forlì, 1877 - 1946) - Autoritratto L'uomo e il cane,1922, olio su tela (particolare)

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